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Guerra di posizione e Guerra di manovra: il nuovo paradigma.

Negli oramai innumerevoli articoli che si possono leggere sul conflitto russo-ucraino, molto spesso ci imbattiamo in termini quali “attrito” o “stallo”. Tuttavia se ci fermiamo a riflettere, entrambi questi termini, che possono evocare parallelismi con il fronte occidentale della Prima Guerra Mondiale[1], non sono del tutto adattabili al conflitto in corso. Nello specifico non è del tutto corretto parlare di stallo poiché nessuna delle due parti in guerra si trova in una situazione in cui non può fare ulteriori progressi, così come non è esatto utilizzare il termine attrito poiché nessuno mira a vincere il conflitto consumando il nemico attraverso le perdite. Per molti analisti militari il termine che meglio descrive la situazione attuale sul fronte russo-ucraino è quello di guerra di posizione (c.d. positional warfare)[2].

Non esistono pubblicazioni NATO che facciano esplicito riferimento alla guerra di posizione o che ne diano una definizione ben precisa. La descrizione che più si avvicina per darci un aiuto in questo senso è probabilmente quella di difesa di posizione (c.d. Area Defence[3]), nella quale le forze puntano a mantenere le loro posizioni e a controllare il terreno compreso tra queste.

Gli addetti ai lavori nel descrivere la guerra di posizione, più che cercare di darne una definizione, si concentrano sulla sua descrizione e la identificano come caratterizzata da linee del fronte statiche con combattimenti regolari che producono poco movimento e generano lavori sul campo di battaglia ben strutturati come trincee ed ostacoli attivi e/o passivi.

Per cercare di fare un po’ più di chiarezza può venirci in aiuto l’articolo pubblicato nel novembre 2023 sull’Economist e scritto dell’ex Comandante in capo delle forze armate ucraine, il Generale Valerii Zaluzhnyi quando, parlando di guerra di posizione, la definisce “una fase temporanea della guerra e poco compresa nel pensiero militare occidentale”. Il Generale la descrive come caratterizzata appunto da linee del fronte statiche e da attacchi che generano solo piccoli guadagni, ma che “è ancora in grado di generare effetti tattici e strategici sul campo di battaglia, concentrandosi sul tentativo continuo di ripristinare la manovra[4].

Uno dei più grandi teorici militari sovietici, il Generale Alexander Svechin nel suo lavoro del 1926, intitolato “Strategia” (lavoro che ha enormemente influenzato gli eserciti sovietico, russo e ucraino), parlando di guerra di posizione, la descrive effettivamente come caratterizzata dalla presenza di linee statiche e dall’assenza di manovra, ma afferma anche che le linee statiche non significano che il combattimento in sé non sia dinamico, né che i combattimenti non possano ottenere vantaggi o iniziative sul fronte. Egli afferma che le battaglie locali lungo il fronte posizionale (incursioni notturne o fuoco di cecchini ne sono un esempio) possono interrompere la “calma” posizionale, rendendo al nemico difficile operare nelle linee difensive avanzate infliggendogli perdite significative e costringendolo ad aumentare la densità di forze sul fronte. Anche per Svechin queste battaglie locali sul fronte, che lui chiama “battaglie materiali”, sono risultati di “un qualsiasi sforzo offensivo a livello operativo che tenti di ripristinare la manovra sul fronte posizionale[5].

La guerra in Ucraina nella sua complessità, presentando linee del fronte statiche e tattiche che solo localmente puntano al logoramento dell’avversario, sta dimostrando alcuni limiti della guerra di manovra. La fallita invasione russa del febbraio 2022, tanto quanto il fallimento della controffensiva ucraina del giugno 2023, hanno messo in dubbio alcuni punti fermi delle dottrine occidentali che hanno sempre privilegiato un approccio “amante” della manovra.

La genesi della dottrina della guerra di manovra all’interno della NATO era legata al tentativo di trovare una soluzione efficace sul come affrontare la superiorità numerica del Patto di Varsavia in termini di mezzi e uomini. Suo obiettivo era superare l’inferiorità numerica frantumando la coesione del nemico attraverso manovre rapide, localizzate e caratterizzare dall’effetto sorpresa, in grado di creare situazioni di caos a cui il nemico non riuscisse a far fronte per il ritmo incalzante dell’iniziativa dell’avversario.

Le caratteristiche principali della guerra di manovra infatti, tra le tante, sono il ritmo elevato, la sorpresa, la simultaneità, la mobilità tattica, l’accuratezza informativa e l’agilità. Proprio per la mancanza di questi fattori, l’invasione russa dell’Ucraina e la stagnazione delle linee del fronte stanno cominciando a far vacillare le convinzioni dei pianificatori della NATO e degli studiosi sulla superiorità di efficacia della guerra di manovra.

Il pensiero occidentale, che spesso confonde il concetto di guerra posizionale con quello di guerra d’attrito, tende ad assegnare a quest’ultima un’accezione negativa, dipingendola come una rissa poco sofisticata in cui la produzione di materiali e la volontà politica superano l’importanza delle decisioni militari[6].

L’arte militare insegnata negli eserciti occidentali, affascinata dalle maggiori espressioni di abilità militare, incarnate da esempi storici quali Napoleone, Moltke, Rommel o Guderian, tendono ad esaltare la guerra di manovra e a rappresentarla come il Santo Graal della strategia militare.

Ma cominciano ad apparire analisi del conflitto in corso che evidenziano come la guerra di manovra da sola possa non essere più sufficiente. Molti analisti sostengono che la guerra di manovra continuerà a costituire la parte più importante della guerra terrestre moderna ma questo non significa che garantirà di poter funzionare sempre e comunque. Altri invece ritengono che la guerra sarà destinata a diventare sempre più di natura logorante piuttosto che caratterizzata da manovre rapide e decisive, soprattutto quando fra i due belligeranti non vi sarà grande disparità nel numero di forze.

L’ex Tenente Colonnello dell’esercito americano Amos Fox della Irregular Warfare Initiative sostiene che le “future operazioni di combattimento si svolgeranno quasi tutte in contesti urbani, dove la guerra di manovra è di assai difficile attuazione[7]. Analogamente Anthony King della Warwick University nel suo “Urban Warfare in the twenty-first century” afferma che “l’attrito e la guerra di posizione sono state le forme di combattimento dominanti nei recenti combattimenti urbani e, pertanto, è assai probabile che rimarranno tali anche nel futuro”.

Quanto stiamo apprendendo dal campo di battaglia ucraino mette in luce una predominanza di operazioni a carattere difensivo, dovute in parte anche a quello che viene oggi definito come concetto di “trasparenza del campo di battaglia”, generato dalla continua presenza di equipaggiamenti di intelligence, sorveglianza e ricognizione all’interno dello spazio operativo. Operare all’aperto è percepito come molto rischioso mentre prioritario è diventato cercare rifugio in luoghi difensivi protetti. Il conflitto sembra essersi evoluto in una forma di guerra di logoramento ma tecnologicamente più avanzato e questo sembra indicare che la guerra di posizione potrebbe diventare molto più importante di quanto siamo stati fino ad oggi abituati a pensare.

Per formazione professionale e per abitudine, il pensiero occidentale si è sempre concentrato sulla guerra di manovra, tendendo a trascurare la guerra di posizione.

Abbiamo sempre associato la guerra di posizione a termini quali massa di forze, potenza di fuoco e logorio dell’avversario percependola pertanto come una forma primitiva di guerra che bisogna evitare ad ogni costo.

William Owen del Royal United Services Insitute ha scritto “l’intero edificio della guerra di manovra si basa sull’idea che ci siano due forme di guerra in competizione, la manovra e l’attrito, una delle quali è abile mentre l’altra è goffa. Questa costruzione è fuorviante; non ha senso favorire una forma rispetto ad un’altra[8].

Per provare a superare questa concezione può venirci in aiuto il Manuale Operativo 3-0 dell’esercito americano, quando afferma: “una combinazione di manovra ed attrito è solitamente necessaria per ottenere la vittoria durante un conflitto armato[9]. La battaglia di posizione può consentire la manovra aprendo varchi attraverso i quali le forze amiche possono muoversi, così come la manovra può consentire una battaglia di posizione favorevole posizionando le forze in modo da affrontare l’avanzata del nemico nella maniera più efficace possibile.

D’altro canto la guerra di posizione utilizzata come approccio unico e solo ad una battaglia è probabile che non sia d’aiuto per chi si deve occupare di pianificazione operativa.

La dicotomia tra guerra di manovra e guerra di posizione non risulta pertanto né utile né lungimirante, poiché i conflitti moderni potrebbero dover richiedere una combinazione di entrambe. La necessità di considerarli, in talune situazioni, come complementari, nasce dai limiti della guerra di manovra e dagli svantaggi della guerra di posizione.

La guerra di posizione è prevalentemente caratterizzata da operazioni di natura difensiva e non facilita i guadagni territoriali e, se eseguita male e da posizioni impreparate, può causare vittime significative. Se si visionano le centinaia di filmati che arrivano dalle trincee ucraine e russe, emerge nitidamente come la guerra di posizione stia imponendo sulle truppe uno stress enorme, sia fisico per via delle condizioni di vita pesantissime delle trincee, sia mentale per via delle continue esposizioni ai pesanti bombardamenti in arrivo sulle prime linee.

Proprio per tali motivazioni un approccio intelligente potrebbe essere, per esempio, quello di prevedere un’operazione di manovra come piano A, avendo già pronto un piano B che sia in grado di contemplare l’eventualità di una battaglia di posizione.

Nel futuro i Comandanti dovranno essere in grado di passare dalle pianificazioni di operazioni tipiche della guerra di manovra a pianificazioni che prevedano l’utilizzo di strategie tipiche della guerra posizionale, in base a ciò che richiederanno le situazioni contingenti. Il talento e l’abilità del Comandante gli consentiranno di determinare quale approccio sarà il più adatto.

In un’operazione di tipo offensivo, la pianificazione potrebbe inizialmente prevedere una guerra di manovra per ottenere un effetto sorpresa a livello strategico e disarticolare il dispositivo nemico e poi prevedere una fase di guerra di posizione per consolidare i guadagni ottenuti e concentrarsi sul logorio del nemico. Alternativamente si potrebbe pianificare una fase di guerra di posizione temporanea per stabilizzare il fronte prima di riprendere lo slancio di un’operazione offensiva.

Come già precedentemente detto, nella concezione dottrinale occidentale la guerra di manovra era stata concepita in risposta alla superiorità quantitativa del Patto di Varsavia durante la Guerra Fredda. Si doveva contrastare la massa con l’agilità, concentrandosi sulla manovrabilità delle forze.

Ma ora le condizioni sono cambiate.

Nell’agosto del 2024, il think tank americano Institute for the Study of War ha pubblicato uno studio dal titolo: “Ukraine and the problem of restoring maneuver in contemporary war[10] (trad. L’Ucraina e il problema del rispristino della manovra nella guerra contemporanea). Il pamphlet, dopo aver analizzato fattori quali i problemi dietro la controffensiva ucraina del 2023 e dietro i falliti tentativi russi di ripristinare la manovra nel 2024, prova ad individuare possibili soluzioni per nuovi approcci alle campagne militari in diversi ambiti (pianificazione, integrazione del fuoco ecc.).

Ma gli spunti più interessanti emergono nelle conclusioni quando viene riportato che:” …le soluzioni non risiedono solo nella generazione di più materiali e manodopera, per quanto difficili siano questi compiti, ma anche nello sviluppo e nell’implementazione di un nuovo concetto di combattimento appropriato per le circostanze contemporanee di questa guerra. Questo compito richiede immaginazione, innovazione e iterazione. Richiede sperimentazione con concetti di campo di battaglia così come con tecnologia e tattiche…le dimensioni da sole hanno raramente determinato gli esiti delle guerre. Gli avversari di Federico il Grande superavano numericamente l’esercito prussiano in ogni momento, eppure Federico prevalse…la qualità conta tanto o più della quantità. Una sfida fondamentale ora è sviluppare e implementare un nuovo concetto in modo olistico e sistematico e poi migliorare in modo iterativo attraverso sperimentazione, simulazione e rigorose revisioni post-azione sfruttando il ciclo di feedback estremamente rapido che l’esercito ucraino ha sviluppato con gli innovatori e l’industria”.

I nuovi approcci devono quindi evolversi per cercare di affrontare in maniera efficace le nuove realtà dei conflitti odierni. Questo non significa che la guerra di manovra debba essere messa da parte o che sia una dottrina superata ma, al contrario, vuol dire che i comandanti devono possedere la flessibilità, le conoscenze e l’addestramento idoneo per poter utilizzare strategie di manovra o posizionali a seconda di quanto indicato dall’ambiente operativo, dalle capacità del nemico e dagli obiettivi.

Per dirla con le parole del Colonnello Pat Garret e del Tenente Colonnello Frank Hoffman del Corpo dei Marines degli Stati Uniti: “Correttamente compresa e aggiornata, la guerra di manovra rimane critica per il futuro. Prendere l’iniziativa, cercare un vantaggio informativo, sfruttare il ritmo e impiegare sorpresa e inganno rimangono rilevanti. Ma i mezzi necessari per prevalere devono essere applicati in un insieme ampliato di domini. La manovra non è morta, ma è necessario che si evolva”.[11]

Rimarrà quindi sempre fondamentale la guerra di manovra nella strategia militare, ma con la consapevolezza che potrebbe non essere una soluzione adatta ad ogni contesto.

Quanto emerge dal conflitto russo-ucraino e la crescente importanza della guerra di posizione evidenziano la necessità di un approccio ibrido. Urbanizzazione, tecnologia avanzata e tempi ridotti sono le caratteristiche dei conflitti moderni, pertanto chi si occupa di pianificazione dovrà essere preparato ad integrare le concezioni della guerra di manovra all’interno di un contesto di guerra di posizione, adattandosi alle sfide specifiche di ogni battaglia o campagna.

Operando con adeguata flessibilità si potranno creare strategie idonee al contesto del momento in grado di ottenere risultati più duraturi sul campo di battaglia.


Note e riferimenti bibliografici:

[1] su questo fronte vi furono una serie di battaglie durante le quali entrambe le parti in guerra avevano come scopo quello di rompere lo stallo per cercare di riprendere il movimento. Tra le più importanti vanno sicuramente menzionate la battaglia della Somme, l’offensiva Nivelle, la battaglia di Passchendaele e la battaglia di Verdun.

[2] https://rusi.org/explore-our-research/publications/rusi-journal/positional-warfare-paradigm-understanding-twenty-first-century-conflict

[3] “Una difesa di area si concentra sul negare alle forze nemiche l’accesso al terreno designato per un tempo specifico piuttosto che distruggere il nemico direttamente. L’attenzione è rivolta al mantenimento del terreno in cui la maggior parte della forza difensiva si posiziona in posizioni di reciproco supporto e controlla il terreno tra le posizioni. Il meccanismo di sconfitta è il fuoco nell’area di ingaggio, che le unità di riserva possono integrare”. (ATP3-21.8/capitolo 05-sezione 02-pagina 20).

[4] https://nsarchive.gwu.edu/document/32129-24-zaluzhny-modern-positional-warfare-and-how-win-i-t-economist-website

[5] https://www.adwaitha-hermitage.net/images/Svechin-Strategy.pdf

[6] “Positional Warfare” di Harry B. Halem su Marine Corps Association-marines.org.

[7]The Principles for the Future of Warfare & Stand-Off Warfare” by Lt.Col. Amos Fox for Association of the United States Army, Aprile 2024.

[8] https://rusi.org/explore-our-research/publications/rusi-journal/manoeuvre-warfare-fraud

[9] Field Manual 3-0 Operations, Chapter 1, page 1-3, edizione Ottobre 2022.

[10] https://www.understandingwar.org/sites/default/files/Ukraine%20and%20the%20Problem%20of%20Restoring%20Maneuver%20in%20Contemporary%20War_final.pdf

[11] https://www.usni.org/magazines/proceedings/2023/november/maneuver-warfare-not-dead-it-must-evolve

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