Battaglie di Panzer
Nel libro “Battaglie di Panzer” di Friedrich von Mellenthin, le memorie inedite di un Ufficiale della Wehrmacht e nelle sue descrizioni della psicologia del soldato russo e dei pregi e difetti dell’Armata Rossa, un monito agli Eserciti NATO
È appena uscito in libreria il libro di Friedrich Wilhelm von Mellenthin, “Battaglie di Panzer. I combattimenti di corazzati in Polonia, Francia, Balcani, Nordafrica, Russia e sul fronte occidentale nelle memorie di un Ufficiale di unità Panzer”, a cura di Andrea Lombardi (Italia Storica Edizioni, 428 pp., € 38,00).

“Von Mellenthin racconta le sue esperienze dirette durante la Seconda guerra mondiale in qualità di ufficiale di Stato Maggiore. Ha partecipato ad alcune delle più importanti campagne in Africa, in Russia e sul fronte occidentale, venendo a contatto diretto con molti dei più valenti soldati tedeschi, come il feldmaresciallo Erwin Rommel e il generale Hermann Balck”, commenta il saggista e direttore di “Storia in Rete” Fabio Andriola.
Oltre a una ricostruzione documentata e coinvolgente dei combattimenti dei quali fu testimone, l’ufficiale tedesco dedica un capitolo – quanto mai attuale – alla psicologia e ai pregi e difetti dell’Armata Rossa rispetto agli Eserciti occidentali, del quale pubblichiamo un estratto:
“Chi appartiene alla civiltà europea occidentale non può veramente comprendere l’animo e il carattere di questi asiatici, nati e cresciuti oltre le frontiere dell’Europa. Eppure è nel carattere dei russi che si trova la chiave per una comprensione delle loro qualità militari, dei loro successi, e dei loro metodi di combattimento. Il cuore umano e la psicologia del singolo soldato sono sempre stati fattori decisivi in guerra, che trascendono l’importanza dei numeri in campo e dell’equipaggiamento. Questo vecchio principio si è dimostrato valido nella seconda guerra mondiale, e penso che lo sarà anche in futuro. […] I russi sono istintivi, coraggiosi per natura, e facili prede delle emozioni. L’individuo si perde facilmente nella massa, e la sua formidabile capacità di resistenza è data da lunghi secoli di patimenti e privazioni. Grazie alla forza innata di queste qualità, i russi sono da certi punti di vista superiori ai soldati occidentali, che sopperiscono alla propria inferiorità facendo ricorso alla disciplina e all’addestramento.
Un aspetto caratteristico del soldato russo è il suo sprezzo per la vita come per la morte: una cosa incomprensibile per un occidentale. […] Il soldato russo ama la sua “Piccola Madre Russia”, ed è questo che lo porta a combattere per il regime comunista pur non essendo in genere un fanatico in politica. […] L’industrializzazione dell’Unione Sovietica, portata a compimento con spietata determinazione, ha fornito all’Armata Rossa un gran numero di tecnici assai abili. I russi hanno appreso molto velocemente come utilizzare le nuove armi, mostrando un talento non comune nella guerra tecnologica. A ogni unità vengono assegnati dei tecnici altamente selezionati, affinché le truppe vengano addestrate all’uso delle più sofisticate armi ed equipaggiamenti. Il successo è stato notevole, soprattutto nelle unità di trasmissioni. Nel corso della guerra i russi hanno mostrato una sempre maggiore capacità di utilizzare queste tecnologie, diventando sempre più abili nell’intercettazione e nel disturbo delle comunicazioni e nella diffusione di false informazioni.
A controbilanciare le qualità militari dei russi resta comunque una certa ottusità, una scarsa elasticità […] Ma pur con questi difetti non c’è dubbio che complessivamente i russi siano dei soldati eccellenti, e se comandati da persone capaci si rivelano dei temibili nemici. Sarebbe un grave errore sottovalutarli, anche se il loro profilo non corrisponde a ciò che ci si aspetta da un soldato moderno. La forza del soldato occidentale sta nelle sue qualità individuali, nel suo addestramento morale e psicologico, nel suo spirito di iniziativa e nel suo alto grado di intelligenza”.
Von Mellenthin commenta infine le possibili modalità e portata di una futura guerra tra Russia e NATO:
“Dobbiamo attenderci offensive di vasta portata, effettuate con estrema rapidità, e coordinate con dei disordini fomentati da simpatizzanti comunisti nei territori interessati. Quale effetto avrà la guerra atomica su quel genere di operazioni è al momento impossibile da prevedere, ma i grandi spazi aperti della Russia e il velo di segretezza che copre le sue attività la rendono un nemico formidabile anche in caso di scambio di testate atomiche.
Nessuna Aviazione poi, per quanto formidabile, sarà in grado di fermare le masse di soldati sovietici. La necessità più urgente del blocco occidentale è quella di costituire una fanteria determinata a vincere o morire, e pronta ad affrontare gli assalti sovietici con armi controcarro. L’Occidente ha anche bisogno di solide formazioni corazzate e meccanizzate per contrattaccare e respingere l’invasore sovietico.
Il soldato occidentale deve essere addestrato attentamente e sistematicamente per queste battaglie letali. Occorre prevedere non solo un addestramento tattico ma anche fisico, in modo tale che le truppe possano fronteggiare i russi su un piano paritario. Occorre tener conto delle peculiarità dei metodi di combattimento dei russi e adattare le tattiche di conseguenza. I punti fondamentali sono la resistenza personale, lo spirito di iniziativa e la capacità di assumersi responsabilità. Una disciplina severa è un altro aspetto fondamentale per combattere i sovietici: la chiave per la preparazione dei soldati a uno scontro così duro è certamente l’attività fisica, purché intensa. Ma il fattore chiave sta nell’atteggiamento morale dell’uomo occidentale: occorre una volontà indomita per proteggere l’Occidente dalle masse sovietiche”.