L’IA quale elemento del nuovo disegno della strategia di Difesa UE – Parte I
L’Intelligenza Artificiale (IA) è ormai unanimemente considerata una delle tecnologie più dirompenti negli ambiti della Difesa e della sicurezza globale: nel contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche crescenti, mutamenti rapidi dello scenario strategico e trasformazioni radicali nella natura dei conflitti, l’IA si sta imponendo quale elemento essenziale per ridefinire sia i parametri operativi sia le dottrine militari di molte potenze, inclusa l’Unione Europea (UE). L’interesse verso l’IA non si limita al miglioramento di piattaforme e sistemi d’arma, ma abbraccia anche settori quali la gestione dell’intelligence, il supporto alle decisioni in situazioni di crisi, la prevenzione degli attacchi cibernetici e la pianificazione operativa di missioni ad elevata complessità.
Panoramica
Negli ultimi anni, diversi attori globali – a cominciare da Stati Uniti, Russia e Cina – hanno accelerato gli investimenti in ricerca e sviluppo di soluzioni basate sull’IA, con l’obiettivo di acquisire un vantaggio competitivo sia in termini di superiorità tecnologica, sia sotto il profilo della deterrenza. L’Europa deve affrontare una scelta strategica cruciale: rimanere ancorata a soluzioni tecnologiche di fornitori esterni, oppure perseguire con determinazione lo sviluppo di una propria capacità autonoma nel campo dell’IA militare, in linea con il concetto di “autonomia strategica” ampiamente discusso nelle sedi istituzionali dell’UE.
La sfida dell’IA non è, infatti, soltanto di ordine tecnico ed industriale, ma comporta anche una riflessione approfondita su questioni etiche, legali e politiche: le discussioni in corso sul regolamento europeo in materia di IA (AI Act) e sullo sviluppo di linee guida etiche testimoniano la volontà di affrontare in modo equilibrato sia l’esigenza di tutela dei valori fondamentali europei, sia il bisogno di tenere il passo con i rapidi avanzamenti della concorrenza globale.
L’obiettivo dell’Unione Europea è pertanto duplice: da un lato, garantire la propria sicurezza e quella dei cittadini europei, rafforzando la capacità di risposta a minacce sempre più diversificate ed in evoluzione; dall’altro, assicurarsi che lo sviluppo delle nuove tecnologie, IA in primis, avvenga all’interno di un quadro normativo chiaro e rispettoso dei diritti e dei valori. Le istituzioni comunitarie – Commissione, Consiglio, Parlamento Europeo ed agenzie specializzate quali l’Agenzia Europea per la Difesa (EDA) – stanno promuovendo una serie di iniziative, piani e programmi destinati ad integrare progressivamente l’IA nella Difesa comune europea, in sinergia con gli Stati membri ed in cooperazione con partner internazionali, tra cui la NATO.
Allo stesso tempo, l’approccio europeo si distingue per la volontà di consolidare un paradigma “human-centric” (umano-centrico), in cui l’uomo – con la sua capacità di giudizio, la responsabilità e la visione etica – rimanga al centro del processo decisionale anche in presenza di sistemi altamente automatizzati: un aspetto cruciale per differenziare l’UE da altre potenze militari che sembrano invece privilegiare maggiormente l’efficacia tecnologica, a prescindere dai possibili rischi per l’uomo o per la stabilità internazionale.
A livello dottrinale, l’IA militare è destinata ad impattare profondamente su addestramento, catena di comando, logistica e pianificazione strategica. Grazie a tecniche di apprendimento automatico ed analisi predittiva, è infatti possibile elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare minacce con maggiore anticipo e gestire operazioni multiformi in maniera più flessibile. Progressi, tuttavia, non esenti da pericoli: la tendenza all’“over-reliance” (eccesso di confidenza e di fiducia) sui sistemi automatizzati, la vulnerabilità agli attacchi informatici e le implicazioni legate all’uso di armi autonome sono aspetti che necessitano di una regolamentazione puntuale e di un costante monitoraggio.
Del resto, il ricorso a sistemi intelligenti non è una novità assoluta nelle forze armate: già negli ultimi due decenni, lo sviluppo dei droni, dei sistemi C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) e di numerose altre piattaforme si è basato su componenti di IA, sebbene in forma più rudimentale rispetto alle capacità odierne. La vera novità è la velocità con cui le tecnologie IA stanno evolvendo, arricchendosi di algoritmi sempre più sofisticati e di hardware in grado di processare quantità di dati un tempo inimmaginabili.
L’importanza dell’IA in ambito militare
La rapida avanzata delle tecnologie IA ha innescato una vera e propria “corsa all’innovazione” nel settore militare, trasformando radicalmente la concezione della guerra e delle operazioni di sicurezza. Non si tratta soltanto di sostituire parzialmente l’uomo con macchine intelligenti, ma di reinventare la stessa logica con cui si pianificano, conducono e valutano le missioni. L’importanza dell’IA in ambito militare può essere osservata sotto molteplici prospettive, tra cui spiccano: rapidità di analisi, precisione nella raccolta di informazioni e possibilità di simulare scenari complessi.
La potenza di calcolo oggi disponibile consente di elaborare quantità di dati senza precedenti, provenienti da fonti eterogenee: satelliti, droni, sensori a terra ed in mare, reti di comunicazione, social media, infrastrutture civili e molto altro. L’IA consente di classificare, correlare ed interpretare questi dati con enorme rapidità, trasformandoli in informazioni preziose per l’azione militare. In situazioni di crisi, quando le decisioni devono essere prese in tempi ristretti e sulla base di informazioni incomplete, l’IA può fare la differenza tra successo e fallimento di un’operazione.
Un aspetto chiave risiede nella gestione dell’intelligence: sistemi di AI-based intelligence (intelligence basata sull’intelligenza artificiale), ad esempio, permettono di setacciare in automatico milioni di documenti, immagini o segnali digitali, individuando pattern (schemi tipici / ricorrenti), anomalie o minacce imminenti. Ciò consente non solo di alleggerire il carico di lavoro per gli analisti, ma anche di individuare correlazioni difficilmente visibili a occhio nudo, supportando più efficacemente i processi decisionali.
Sul piano operativo, l’IA si rivela essenziale per la progettazione e l’uso di sistemi autonomi, come i veicoli aerei senza pilota (UAV) di nuova generazione, i dispositivi di sorveglianza automatizzata su terra e mare, od i robot per la bonifica di ordigni esplosivi. Tali strumenti possono essere impiegati per ridurre l’esposizione del personale militare in contesti ad alto rischio, incrementando al contempo la precisione delle operazioni e la capacità di intervento in scenari difficili da raggiungere od ostili.
L’UE, consapevole del potenziale rivoluzionario dell’IA, ha incluso lo sviluppo di capacità IA all’interno di numerose iniziative istituzionali, tra cui programmi congiunti di ricerca ed innovazione (come Horizon Europe), nonché specifici investimenti nel Fondo Europeo per la Difesa (EDF). Sforzi che mirano a potenziare l’intero ecosistema industriale e tecnologico, incentivando la creazione di partenariati pubblico-privati in ambito difesa, promuovendo, al contempo, un’armonizzazione delle norme e degli standard all’interno del mercato unico europeo.
Un altro elemento che sottolinea l’importanza dell’IA in ambito militare riguarda la crescente importanza della Cyber Difesa: i conflitti moderni si giocano sempre più sul fronte digitale, da cui diventa essenziale la presenza di sistemi di apprendimento automatico per la rilevazione ed il contrasto degli attacchi informatici. D’altro canto, le stesse piattaforme IA possono trasformarsi in potenziali vettori di vulnerabilità se non adeguatamente progettate e protette. A tal fine, l’ENISA, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cybersicurezza, insiste sullo sviluppo di standard e best practice (procedure ottimizzate) specifiche per gli algoritmi di IA destinati a scopi difensivi.
Non va inoltre dimenticato come la politica di difesa non si limiti all’aspetto puramente militare, ma copra anche diplomazia, gestione delle crisi, protezione civile e cooperazione a livello internazionale. L’IA, con la sua capacità di analisi e previsione, può contribuire in modo significativo ad identificare tempestivamente fenomeni potenzialmente destabilizzanti – quali aumento di flussi migratori, rischi legati al terrorismo, crisi umanitarie e disastri ambientali – permettendo una risposta più coordinata e mirata da parte dell’UE e dei suoi partner.
Tuttavia, l’entusiasmo con cui si guarda all’IA in ambito militare deve essere controbilanciato da un approccio responsabile, attento alle ricadute etiche ed alle conseguenze geopolitiche. Non a caso, sia il Parlamento Europeo sia numerosi governi nazionali insistono su condizioni chiare per l’impiego di tali tecnologie, in particolare sul delicato tema delle armi autonome letali (LAWS). L’IA militare non può prescindere, infatti, dal rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario e dall’obbligo di preservare il controllo umano sugli atti di forza letale.
In conclusione, l’importanza dell’IA in ambito militare deriva dalla sua potenzialità trasformativa su tutti gli aspetti della difesa e della sicurezza: dall’intelligence operativa al supporto decisionale, dalla protezione cyber all’impiego di sistemi autonomi e semi-autonomi. All’interno dell’Unione Europea, l’IA costituisce una leva strategica per affrontare le sfide del XXI secolo, in una cornice di cooperazione tra Stati membri e di relazioni transatlantiche in evoluzione. Sebbene restino numerose incognite e nodi da sciogliere – soprattutto in merito alla governance etica ed alla sovranità tecnologica – la direzione intrapresa testimonia la volontà europea di non rimanere indietro in un settore che sta ridisegnando gli equilibri di potere su scala globale. L’avvento dell’IA militare, quindi, rappresenta per l’UE tanto una necessità quanto un’opportunità: una sfida che, se gestita con visione e pragmatismo, potrà contribuire a rafforzare il ruolo di protagonista dell’Europa nel garantire sicurezza, stabilità e rispetto dei valori su cui è fondata.
Riferimenti bibliografici:
- European Commission. (2021). Coordinated Plan on Artificial Intelligence (2021 Review).
https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/coordinated-plan-artificial-intelligence-2021-review - European Commission. (2021). Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council Laying Down Harmonised Rules on Artificial Intelligence (Artificial Intelligence Act) and Amending Certain Union Legislative Acts (COM/2021/206 final). EUR-Lex.
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52021PC0206 - Council of the European Union. (2024). Strategic Compass for Security and Defence.
https://www.eeas.europa.eu/sites/default/files/documents/2024/StrategicCompass_2ndYear_Report_0.pdf - European Defence Agency (EDA). (2023). EDA Annual Report 2023.
https://eda.europa.eu/docs/default-source/brochures/qu-aa-24-001-en-n.pdf - NATO. (2023). Official Texts – Third Joint Declaration on NATO-EU cooperation (10 January 2023).
https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_210549.htm